Rapporto stranieri occupati in Calabria 2009

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    La popolazione straniera in Calabria: uno sguardo alla situazione occupazionale negli anni della crisi (2008-2009).

    Dal grafico 1 possiamo osservare il trend occupazionale degli stranieri in Calabria da gennaio 2008 a novembre 2009.

    Il grafico mostra in modo evidente un aumento crescente degli avviamenti ed un andamento pressoché stazionario delle cessazioni dal 1 gennaio 2008 a novembre 2009. Il picco delle assunzioni si registra a settembre-ottobre 2008, proprio quando ha inizio la recessione economica che ha colpito l’intero globo, ma l’effetto arriva da noi solo qualche mese dopo, a dicembre (2008), con un crollo vertiginoso degli avviamenti. Tuttavia la risalita è immediata perché già da gennaio 2009 vi è un incremento delle assunzioni che, anche se in maniera irregolare, continua a crescere nei mesi successivi. Le cessazioni invece, seguono un andamento crescente per quasi tutto il 2008 ma da settembre-ottobre (2008), quando le assunzioni toccano il picco, le cessazioni iniziano la loro discesa fino ad aprile 2009, dove si effettua un cambio di rotta che porta le cessazioni a crescere nuovamente per ritornare a calare da luglio.

     

     



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    Grafico 1. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)



    Nello specifico, le Comunicazioni Obbligatorie2 ci dicono che ad oggi, in Calabria, abbiamo 31.807 cittadini stranieri assunti regolarmente mentre nel 2008 erano 31.046 (+ 761). Le cessazioni che nel 2008 sono state 20.142, nel 2009 (al 16 di novembre) risultano pari a 16.145. Un saldo positivo che passa da 10.904 avviamenti del 2008 a 15.662 nel 2009 (+ 4.758 nuovi posti di lavoro). Un trend del tutto opposto rispetto alla performance occupazionale dei cittadini italiani che, in seguito alla congiuntura economica, hanno invece visto fortemente ridurre la domanda di lavoro.

     

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    Scendendo nel dettaglio di genere vediamo che dei 31.807 avviamenti del 2009, 16.419 sono contratti stipulati a cittadini maschi mentre 15.388 a cittadine straniere femmine. Delle 16.145 cessazioni, sempre dell’anno in corso, 9.149 riguardano la componente maschile e 6.996 quella femminile. Ne consegue un saldo, per gli uomini, di 7.270 nuovi posti di lavoro e per le donne di 8.392. Quindi anche se la componente femminile ha registrato meno avviamenti (nel 2009) rispetto a quella maschile, il minor numero di cessazioni ha fatto sì che il saldo fosse migliore per le donne.

     

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    BREVE QUADRO DI RIFERIMENTO

     



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    Fonte: Istat – elaborazione ACL

    Per capire meglio i dati che ci offrono le CO apriamo una breve parentesi per contestualizzarli. A questo scopo abbiamo preso i dati Istat sulla popolazione straniera residente sul nostro territorio al 1° gennaio 2009. Così scopriamo che in Calabria risultano residenti 58.775 stranieri di cui il 34,7% nella provincia di Reggio (20.361), il 30,9% a Cosenza (18.120), il 17,8% a Catanzaro (10481), l’8,6% a Crotone (5078), e l’8% a Vibo (4.735). Di questi 58.775 cittadini stranieri 26.269 sono maschi e 32.506 sono femmine. Altro dato importante è che circa l’80% di questi cittadini è in età lavorativa, (vedi grafico accanto), mentre circa il 17% è popolazione giovanissima (0-18 anni), infine gli over60 sono circa il 3%.

    CALABRIA
    M           F          TOT
    26269    32506    58775

    E’ risaputo che gli stranieri in Italia sono una vera e propria risorsa proprio perché compensano, almeno per ora, l’invecchiamento della popolazione italiana, offrendo la propria forza-lavoro.

     

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    Grafico 2. Fonte: Istat – elaborazione ACL

    I cittadini stranieri assunti regolarmente in Calabria sono per il 47,2% rumeni, il 14,1% bulgari, il 5,9% polacchi, il 5,6% ucraini, insomma per il 72,8% provengono dai Paesi dell’Est.


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    Grafico 3.* Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

    *Il grafico riporta solo le cittadinanze più significative a livello quantitativo, infatti la somma delle percentuali presenti non corrisponde al 100% ma all’88,9%.

     

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    *la tabella riporta le stesse cittadinanze del grafico 3

     


    La migliore performance occupazionale si registra proprio tra i rumeni che passano da un saldo positivo del 2008 pari a 5.455 assunzioni a 7.559 nel 2009, ossia un incremento di 2.104 posti di lavoro. Questo risultato si deve soprattutto alla forte flessione delle cessazioni nell’anno in corso rispetto al precedente, con una variazione interannuale percentuale di -22,9%. Un ottimo incremento del saldo occupazionale, nel 2009, lo troviamo anche tra i bulgari che passano da 1.373 a 2.370, un incremento di 997 posti di lavoro. Questi incrementi sono dovuti, in parte, all’entrata di Romania e Bulgaria nella Unione Europea.  Si può ipotizzare che l’entrata nella UE ha reso più facile l’accesso di questi lavoratori in Italia, ma allo stesso tempo è credibile che molti di questi lavoratori erano già presenti nel mercato del lavoro italiano e la “europeizzazione” ha comportato una loro regolarizzazione.

    Nel dettaglio di genere, tra gli assunti, vediamo prevalere la componente femminile tra i filippini, gli ucraini, i bulgari, i polacchi e i tedeschi. Mentre quella maschile tra gli albanesi, gli indiani, i marocchini e i rumeni.

    I principali settori di attività economica in cui sono stati assunti questi cittadini stranieri sono “l’agricoltura” che raccoglie il 51,3% del totale delle assunzioni, il settore delle “attività dei servizi di alloggio e ristorazione” con l’11,4% , le “attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico;..” con il 9,7%, le “costruzioni” con il 7,9% , il “commercio all’ingrosso e al dettaglio..” con il 6,6%, e le “attività manifatturiere” con il 4,3%. (vedi grafico 4)

    La migliore performance settoriale l’abbiamo in agricoltura con un saldo positivo pari a 6.694 nel 2008 e a 9.790 nel 2009. Un incremento di 3.096 posti di lavoro. Questo dato sembra compensare la grande perdita di contratti registrata in questo settore (in Calabria) nel quadrimestre aprile-luglio 2009 tra i cittadini italiani, dove le donne persero 3.729 posti di lavoro e gli uomini 1.390. Forse si può affermare che, in questo settore, è stata sostituita la manodopera italiana con quella straniera, probabilmente perché le aziende hanno trovato qualche forma di convenienza in questo cambio. In ogni caso, questo dato è il risultato di un incremento delle assunzioni del 21,2%, rispetto l’anno precedente, e di una flessione delle cessazioni del 3,5%, che ci conferma che si tratta di nuove assunzioni più che di permanenze. Un altro settore che ha registrato una buona performance è quello delle “attività di famiglie e convivenze..” con un forte incremento del saldo del 2009 rispetto a quello del 2008, si è passati, infatti, da 917 assunzioni a 2.175, un incremento di 1.258 posti di lavoro. Qui il saldo è soprattutto il risultato di una forte flessione delle cessazioni rispetto al 2008 (-65,2%). Infine, le “attività dei servizi di alloggio e ristorazione”, nonostante sia il secondo settore per importanza (a livello di n. di stranieri assunti) non registra un saldo molto diverso rispetto al 2008. Infatti, si passa solo da 1.214 a 1.482, un incremento di 268 posti di lavoro, dovuti soprattutto ad un calo delle cessazioni (-18,2%).

     



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    Grafico 4.* Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

    *Il grafico riporta solo i settori più significativi a livello quantitativo, infatti la somma delle percentuali presenti non corrisponde al 100% ma al 96,4%.

    Gli stranieri che hanno trovato lavoro nel settore agricolo sono stati assunti per il 58% nella provincia di Cosenza, il 16% in quella di Reggio Calabria, il 10% a Catanzaro e Crotone e il 6% a Vibo. Anche il settore delle “attività dei servizi di alloggio e di ristorazione” ha la percentuale più alta di assunzioni straniere a Cosenza (34%), segue Reggio Cal. (21%), Vibo (18%), Crotone (14%) e Catanzaro (13%).


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    Grafico 5. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

     

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    Grafico 6. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)



    Le assunzioni in “attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico..” sono state effettuate per il 35% a Reggio, il 31% a Cosenza, il 19% a Catanzaro, il 9% a Vibo e il 6% a Crotone. Nel settore edile sono stati assunti il 33% degli stranieri a Cosenza, il 30% a Reggio, il 17% a Catanzaro, il 13% a Crotone, e il 7% a Vibo.


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    Grafico 7. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

     

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    Grafico 8. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)


    Il commercio ha registrato la percentuale più alta di assunzioni a Cosenza (49%), seguita da Reggio (24%), Vibo (10%), Catanzaro (9%) e Crotone (8%). Le attività manifatturiere hanno avviato il 39% dei contratti a Cosenza, il 23% a Reggio Calabria, il 17% a Catanzaro, il 13% a Crotone e l’8% a Vibo. Infine le “attività manifatturiere” hanno effettuato il 39% degli avviamenti a Cosenza, il 23% a Reggio, il 17% a Catanzaro, il 13% a Crotone e l’8% a Vibo.

     

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    Cosenza non è solo la provincia che ha effettuato più avviamenti nei vari settori di attività economica, con l’unica eccezione per le “attività di famiglie e convivenze..” che ha la percentuale più alta a Reggio (35%), ma è anche la provincia che registra una maggiore presenza di quasi tutte le cittadinanze straniere (assunte) presenti sul nostro territorio. Dai grafici successivi (grafici 11-21) possiamo vedere che solo gli indiani, i filippini e i moldavi hanno avviato il maggior numero di contratti nella prov. di R. C.

     

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    Grafico 9 e 10. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)



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    Grafico 11. Fonte: Azienda Calabria Lavoro

    assunzioni 2009 per cittadinanza, provincia e sesso

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    Grafico 12. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (CO)


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    Grafico 13. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

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    Grafico 14 Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)


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    Grafico 15. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

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    Grafico 16. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)



    assunzioni 2009 per cittadinanza, provincia e sesso




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    Grafico 17. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

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    Grafico 18. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)


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    Grafico 19. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

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    Grafico 20. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)



    assunzioni 2009 per cittadinanza, provincia e sesso




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    Grafico 21. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)

     


    ASSUNZIONI PER SETTORI, PROVINCIA E SESSO - 2009

     

     

     

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    Nel dettaglio di genere vediamo che le donne lavorano più degli uomini nelle famiglie come personale domestico (2.720 assunte contro 377 uomini assunti) e nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (2.445 contro 1.185 maschi). Mentre gli uomini prevalgono in agricoltura (8.737 contro 7.592 donne), nelle costruzioni (2.430 contro 69) nel commercio (1.126 contro 973), e nelle attività manifatturiere (947 contro 412).   

    La tipologia contrattuale più usata è per il 60,5% il contratto a tempo determinato, che insieme al lavoro in agricoltura a tempo determinato (9,1%), al lavoro a progetto (1%), all’apprendistato professionalizzante (1,1%), fa il 71,7% dei contratti stipulati; mentre i contratti a tempo indeterminato sono solo il 16,2% che insieme al lavoro domestico a tempo indeterminato (7,8%) raggiungono il 24% in tutto. 3


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    Grafico 22*. Fonte: Azienda Calabria Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie)



    * Il grafico riporta solo le tipologie contrattuali più significative a livello quantitativo, per cui la somma delle percentuali presenti non corrisponde al 100%, ma al 96,1%.

     

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    Il lavoro a tempo determinato, infatti, registra un forte incremento nell’anno in corso passando da un saldo positivo nel 2008 pari a 4.047, a un saldo pari a 11.471 nel 2009, un incremento di 7.424 nuovi posti di lavoro! A fare da contrappeso a questo saldo “esageratamente” positivo, c’è il lavoro in agricoltura a tempo determinato che registra una flessione  pari a -3.782.

    Il lavoro a tempo indeterminato perde terreno registrando un saldo negativo nel 2009 pari a -486 (nel 2008 era positivo e pari a 214). Mentre cresce il lavoro domestico a tempo indeterminato (da 553 a 2.116) con un incremento del saldo, nel 2009, di 1.563 posti di lavoro. In aumento anche il lavoro a progetto che passa da un saldo pari a 89, nel 2008, a 222 nell’anno in corso. L’apprendistato professionalizzante, infine, perde qualche posto nel 2009, passando da un saldo pari a 72 nel 2008 a 66 nell’anno in corso.



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    Distribuendo le tipologie contrattuali per sesso emerge che il tipo di contratto prevalente per la componente femminile è il “lavoro domestico a tempo indeterminato” con 2.214 avviamenti nel 2009 contro i 294 degli uomini. Altra tipologia che troviamo più usata per le donne è il “lavoro a progetto” con 220 avviamenti nell’anno in corso contro i 106 degli uomini. Quest’ultimi, invece, hanno i numeri di avviamenti più alti sia nel “lavoro a tempo determinato” (10.355 contro 8.909), sia nel “lavoro a tempo indeterminato” (3.270 contro 1.895), che nel “lavoro in agricoltura a tempo determinato” (1.659 contro 1.240) ed infine “nell’apprendistato professionalizzante” (231 contro 118 avviamenti per le donne).

    Il quadro sembra ormai completo. Partendo dai dati Istat che ci offrono un quadro di riferimento di base, abbiamo visto che in Calabria risultano residenti 58.775 cittadini stranieri. Questi sono per il 55,3% donne, quindi abbiamo una lieve maggioranza del sesso femminile. Si tratta di popolazione giovane di cui circa l’80% è in età lavorativa. Vi è una maggiore concentrazione di cittadini stranieri nella provincia di Reggio, pari al 34,7% del totale dei residenti. In questa provincia abbiamo anche un maggior numero di assunzioni nel settore delle “attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico” e una maggiore presenza tra gli assunti di filippini, indiani e moldavi. Abbiamo visto che tra i filippini prevale la componente femminile mentre tra gli indiani quella maschile per cui possiamo dire che le filippine lavorano perlopiù come personale domestico (visto che in questo settore sono più le donne), invece gli indiani saranno impiegati prevalentemente in agricoltura (almeno per quanto riguarda la prov. di Reggio), infatti in questo settore prevalgono gli uomini. Cosenza però è la provincia che concentra sul proprio territorio buona parte di tutti gli altri assunti nei vari settori di attività economica e nonostante sia Reggio la provincia che registra al 1° gennaio 2009 il più alto numero di residenti stranieri. Questi cittadini4 provengono per il 72,8% dai Paesi dell’Est (Romania, Bulgaria, Polonia, Ucraina) e al secondo posto troviamo una significativa presenza di marocchini (5,6%). Sicuramente l’ingresso della Romania e della Bulgaria nell’Unione Europea ha fatto aumentare la presenza di questi cittadini, grazie alla libera circolazione comunitaria, e ha favorito le assunzioni regolari di molti rumeni che sono passati dalla posizione di “clandestini” a cittadini europei. La tipologia contrattuale più usata in assoluto è il contratto a tempo determinato in linea con quanto accade per i cittadini italiani, in cui questa tipologia contrattuale conquista sempre più terreno, creando una precarietà diffusa, che ormai rappresenta la “normalità” del nostro mercato del lavoro. L’altro contratto che è stato maggiormente utilizzato nel 2009 è quello del lavoro domestico a tempo indeterminato. E poiché i settori prevalenti che hanno assunto più stranieri sono l’agricoltura,  le attività di alloggio e ristorazione e le attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico, probabilmente il contratto a tempo determinato viene usato prevalentemente dai primi due settori (agricoltura- alloggio e ristorazione) mentre il lavoro domestico a tempo indeterminato (come già dice il nome) viene usato nel settore delle “attività di famiglie, ecc..”

    In conclusione, gli anni della crisi economica non sembrano aver “toccato” il mercato del lavoro dei cittadini stranieri presenti sul nostro territorio, probabilmente perché ricoprono dei ruoli necessari anche in tempi di crisi (ad esempio le badanti per la cura degli anziani) e rappresentano un serbatoio di forza-lavoro più conveniente (più debole e meno protetta) soprattutto in tempi duri come quello che stiamo attraversando.

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