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    altSecondo uno studio dell’Università Bocconi, gli over 45, nelle aziende, vengono valutati meno dei loro colleghi più giovani e fanno meno scatti di carriera. La ricerca mette in luce come, nelle aziende, i lavoratori più anziani siano penalizzati in termini di valutazione della performance individuale. Un funzionario intorno ai trent’anni riceve mediamente una valutazione del 14% superiore rispetto a un ultracinquantenne. Poiché la popolazione in età lavorativa è destinata a diminuire di almeno dieci punti percentuali nei prossimi cinquant’anni, e gli anziani saranno una volta e mezza quelli attuali, anche a causa della scarsa natalità e delle politiche sociali tese a prolungare l’età lavorativa, ci sarà una concentrazione dei lavoratori nelle fasce di età superiori. C’è bisogno, quindi, che le imprese rivedano il modello di carriera attuale, personalizzando, in futuro, i percorsi di carriera, non focalizzandoli solo su alcuni target privilegiati, come accade oggi per i talenti tra i più giovani. Le politiche aziendali che favoriscono solo i più giovani, infatti, rischiano di alienare una porzione crescente della popolazione aziendale e di compromettere la performance dell’azienda stessa. (Redazione Mgm)

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    Secondo l’analisi di un professore della Mit Sloan School of Economics, l’economia della Rete fa calare l’occupazione e impoverisce la classe media.

    Solo negli Stati Uniti, per esempio, dal 2000 al 2009 la produttività interna è aumentata del 2,5%, ma l’occupazione è scesa dell’1,1%.

    La realtà è che oggi, software sempre più potenti sono in grado di gestire attività complesse facilmente e a bassi costi, garantendo guadagni altissimi. Questo a scapito, però, dell’intermediario, perché viene facilitato il rapporto tra produttore e cliente. A essere più colpito, e a risentire maggiormente di questo nuovo sistema, è il settore terziario: basti pensare, negli ultimi anni, ai commessi di Blockbuster e a quelli delle agenzie di viaggi.

    Se si vuole cambiare il sistema. l’uomo dovrà imparare a competere grazie alle macchine e non contro le macchine. Sta prendendo forma una nuova economia, che, se ben sfruttata, potrebbe incrementare l’occupazione invece di frenarla.

    Per quanto riguarda il nostro Paese, dalle varie ricerche internazionali emerge che subiamo un ritardo storico in quest’ambito. La diffusione di Internet non è ancora al passo con il resto d’Europa e rappresenta solo il 2% del Pil, anche se negli ultimi anni il web ha contribuito a creare 700 mila nuovi posti di lavoro. (Redazione Mgm)

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    Il provvedimento è stato reso noto con la newsletter del 12 agosto 2013.

    Il Garante ha ricevuto la segnalazione da parte di una professoressa universitaria che aveva chiesto la collocazione in congedo per maternità a rischio. Il provvedimento amministrativo era stato consegnato a un altro professore che aveva presentato domanda di subentro nella cattedra della professoressa.

    Inoltre il provvedimento integrale era stato allegato al modulo di richiesta di affidamento dell’insegnamento che si sarebbe reso vacante, rendendo nota la situazione della professoressa a tutti i docenti membri del consiglio di facoltà.

    Il Garante ha dichiarato illegittimo il trattamento effettuato dall’ateneo, poiché non è lecito dare copia dei provvedimenti integrali. Bastava, infatti, comunicare lo stato di assenza dell’interessata.

    La comunicazione indebita del dato sanitario viola il principio di necessità, in quanto non è indispensabile, ai fini dell’assegnazione dell’incarico resosi vacante, informare delle motivazioni inerenti alle condizioni di salute dell’interessata. (Redazione Mgm)

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    E’ stato approvato ieri in aula al Senato l’emendamento al decreto svuota carceri, che prevede la possibilità per le imprese di usufruire di un credito di imposta dal valore variabile in caso di assunzione di detenuti.

    L’assunzione non deve essere per un periodo inferiore ai 30 giorni. Le imprese che occupano soggetti detenuti o internati ammessi al lavoro esterno possono usufruire di un credito di imposta di 700 euro mensili per ogni lavoratore assunto. Le imprese che assumono detenuti semi liberi provenienti dalla detenzione possono usufruire di un credito d’imposta mensile nella misura massima di 350 euro per ogni lavoratore. (Redazione Mgm)

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    L’Inps ha implementato il cassetto previdenziale del servizio di consultazione degli avvisi bonari e delle lettere di comunicazione dei codici e degli importi necessari al versamento dei contributi per l’anno 2013 tramite F24.

    Nel cassetto si trovano due nuovi servizi: le lettere di comunicazione dei codici Inps e degli importi per i versamenti inerenti all’imposizione contributiva 2013, e gli avvisi bonari. Ora quindi artigiani e commercianti potranno ricevere gli avvisi in giornata. (Redazione Mgm)

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    Il nuovo servizio ha il fine di accelerare i tempi della regolarizzazione per l’emissione del Durc.

    Attraverso la nuova procedura via web, infatti, titolari e consulenti potranno verificare la regolarità contributiva in base al codice fiscale del contribuente.

    La verifica consente al richiedente di sapere immediatamente la propria situazione di regolarità o irregolarità contributiva nei confronti dell’Inps.

    Il servizio è operativo, in via sperimentale, da oggi, ma entrerà a pieno regime lunedì 22 luglio. (Redazione Mgm)

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    L’aumento dell’indennità è una diretta conseguenza della crescita dei minimali contributivi riferiti ai lavoratori dipendenti dei corrispondenti settori di attività.

    L’indennità di maternità per le artigiane, commercianti e coltivatrici dirette spetta per i due mesi antecedenti la data presunta del parto e per i tre mesi successivi alla data effettiva.

    L’indennità giornaliera spettante alle lavoratrici del settore agricolo è calcolata in misura pari all’80% della retribuzione minima giornaliera prevista per gli operai agricoli a tempo indeterminato, relativa all’anno precedente il parto. Per l’anno in corso la misura dell’indennità è pari a 32,52 euro al giorno.

    Per le artigiane e le esercenti attività commerciali, l’indennità è stabilita in misura pari all’80% del minimale contributivo vigente per gli impiegati dell’artigianato e del settore commercio. Per le artigiane l’importo giornaliero per il 2013 è di 33,52 euro, per le esercenti l’indennità scende a 29,38 euro. (Redazione Mgm)

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    I 55 mila tutelati dalla legge sulla spending review attendono ancora la pubblicazione del decreto attuativo sulla Gazzetta Ufficiale, mentre per i primi 65 mila si protraggono ancora le verifiche per l’individuazione degli ammessi alla pensione con le regole previgenti la riforma.

    Il provvedimento atteso dai 55 mila è rimasto all’esame della Corte dei Conti fino alla settimana scorsa, poi è stato registrato il 9 gennaio e reinviato al ministero per la pubblicazione in Gazzetta.

    Riguardo i primi 65 mila salvaguardati, l’Inps contava di chiudere entro la fine di settembre, ma alcune categorie di esodati dovevano ancora presentare una domanda specifica alle direzioni territoriali del lavoro, con scadenza il 21 novembre.

    Il ministero dovrebbe aver avviato, il 7 gennaio scorso, il monitoraggio finale sulle istanze giunte alle direzioni territoriali. In seguito, i risultati devono essere inviati all’Inps, che farà il quadro complessivo.

    Non ci sono, però, informazioni sullo stato attuale dell’avanzamento della procedura, e tra gli interessati circolano le più svariate ipotesi. (Redazione Mgm)

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    La cartina sul potenziale femminile in Italia è tracciata dal centro studi Red-Sintesi, che ha scandagliato 4 aree tematiche: mercato del lavoro, benessere economico, istruzione e politiche di conciliazione.

    Il risultato mostra un’evidente frattura tra Nord e Sud. Le regioni in cui le donne lavorano di più e riescono meglio a conciliare lavoro e famiglia sono il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, mentre la Campania evidenzia le maggiori criticità, a causa degli scarsi aiuti alle madri. In questa regione l’occupazione rosa è al 27%.

    Marche, Emilia Romagna e Veneto sono le prime in classifica per i redditi elevati, una buona propensione al risparmio e un basso numero di donne povere.

    Risalgono in classifica le regioni del Sud, però, per quanto riguarda l’accesso delle donne alle professioni a elevata specializzazione, e ai primi posti si distinguono Campania, Sicilia, Molise e Calabria, mentre Abruzzo, Basilicata e Molise sono ai primi posti per la percentuale di donne iscritte alla scuola superiore, per i tassi di abbandono modesti e per un buon coinvolgimento delle disoccupate nei corsi di formazione. (Redazione Mgm)

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    I ricercatori delle università di Cambridge e di Lakehead, in Canada, sono arrivati alla conclusione che negli ambienti in cui i due sessi lavorano insieme, e in competizione tra loro, per le donne è più difficile fare carriera. Nelle aziende in cui il numero di donne e di uomini è quasi pari, i maschi tendono a occupare i posti migliori, a fare carriera più rapidamente e a ottenere stipendi maggiori.

    In ambienti quasi prettamente femminili, le donne occupano ruoli di responsabilità e il loro stipendio raggiunge quello degli uomini. E’ il caso, per esempio, del personale paramedico, dove le infermiere sono preponderanti come numero.

    In stati dove le differenze di ruoli sono ben nette, come la Slovenia, il Messico, il Brasile, la Svezia e l’Ungheria, le donne fanno presto carriera e non ci sono differenze di salario tra i due sessi. Al contrario di stati quali il Giappone, la Repubblica Ceca, l’Austria e l’Olanda, dove uomini e donne lavorano insieme, con la conseguenza che la differenza di stipendio è particolarmente evidente. (Redazione Mgm)

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    Le donne-quadro si fanno largo nel nostro Paese. Infatti, negli ultimi sette anni, le donne in questo ruolo sono passate da 79.956 a 132.190, con un incremento del 65%.

    E’ quanto emerso dal rapporto della Ciu, la Confederazione italiana di unione delle professioni intellettuali su “Donne Quadro, Professionals: la contrattazione di genere e per fasce di età”.

    La pubblicazione in esame è diretta a fornire numeri e peculiarità delle professionalità in rosa nel mondo del lavoro. Dalla stessa scaturisce che la maggioranza femminile nel pubblico impiego è confermata (55,6%), con punte nel comparto sanitario (61%) e nella scuola (78%).

    La maggioranza rosa è stata raggiunta anche nella carriera prefettizia (52,7%).

    Dal Rapporto emergono inoltre passi in avanti delle donne in settori tradizionalmente maschili, quali la ricerca, la magistratura, le forze armate, la diplomazia. (Redazione Mgm)

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    Un’inchiesta condotta da Manpower rivela che solo il 6% dei datori di lavoro intende ampliare il proprio organico nel 2013. Il 18% ne prospetta una riduzione e il 75% non ha in programma sostanziali variazioni.

      L’inchiesta è stata svolta su un campione di 1.000 leader d’impresa e valuta la possibilità di dotarsi di nuovo personale nei prossimi mesi.

    I risultati sono sconcertanti, visto che nel primo trimestre 2013 si registrano prospettive di inserimento deboli ovunque, ma particolarmente gravi nelle regioni meridionali e nelle Isole, dove il tasso raggiunge quota -12%, contro il -9% del resto del paese.

    I settori più scarsamente promettenti dal punto di vista occupazionale si rivelano quello delle costruzioni, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, l’agricoltura, caccia, selvicoltura e pesca.

    Pesa anche la debolezza del mercato sul turismo e la ricezione e nell’ambito minerario ed estrattivo, come pure nei trasporti e nelle comunicazioni.

    Più rosea la situazione del manifatturiero, visto che si annunciano nuovi ingressi nelle aziende per il primo trimestre 2013, mentre si rivelano instabili le aree assicurativa, immobiliare, finanziaria e dei servizi alle imprese.

    Si registra una sostanziale stagnazione, infine, anche nel comparto pubblico e sociale. (Redazione Mgm)

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    Il Rapporto Globale sui salari 2012-2013 testimonia un calo nella crescita dei salari dei dipendenti, mentre aumenta la produttività.

    Il Rapporto mostra chiaramente che in molti casi la crescita dei salari risulta essere molto lontana dai livelli pre-crisi e ha subito un vero e proprio crollo nei paesi industrializzati.

    Inoltre, lo stesso sottolinea le grandi differenze presenti tra paesi e regioni, con salari che crescono più rapidamente nelle aree in cui la crescita economica è più forte e vivace.

    I cambiamenti maggiormente significativi si sono registrati in Europa dell’est e Asia centrale. In Medio Oriente i Sali sembrano aver registrato un crollo a partire dall’anno 2008.

    Negli ultimi decenni gran parte dei paesi hanno subito un aumento dei salari di gran lunga inferiore rispetto alla produttività, ovvero al valore dei beni e dei servizi prodotti per persona impiegata.

    Anche in Cina, un paese dove i salari sono quasi triplicati in dieci anni, la quota riservata al lavoro è calata, mentre il Pil è salito molto più rapidamente della massa salariale totale. (Redazione Mgm)

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    In dieci anni gli stranieri presenti nel nostro Paese sono passati dal 2,2% al 7,5% della popolazione italiana.

    Sulla base dei dati riportati da Cnel e dal Ministero del Welfare, 2,5 milioni di lavoratori sono ben integrati. Tuttavia, il numero degli stranieri disoccupati cresce a vista d’occhio, e servirebbero, per frenare tale fenomeno, delle politiche dirette a incrementare l’occupazione e l’integrazione.

    Per la prima volta, l’offerta di lavoro da parte degli immigrati supera la domanda. La novità in questione incita indubbiamente, spiega il Cnel, a prestare maggiore attenzione anziché alla programmazione dei flussi, alle politiche di integrazione basate su una più ampia capacità di favorire la mobilità interna del lavoro.

    Il quadro da migliorare per garantire ciò coinvolge l’ambiente scolastico, abitativo, linguistico e anche lavorativo dei cittadini migranti in Italia. (Redazione Mgm)

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    Secondo quanto emerge dai dati dell’Inps, sono aumentate le donne italiane che fanno le badanti o le colf. Le collaboratrici domestiche italiane sono più del 20% del totale.

      Dopo anni in cui il ruolo di colf o badante era quasi esclusivamente delle immigrate, quest’anno le cose cambiano.

    Secondo i dati dell’Inps, se nel 2008 le domestiche e badanti di nazionalità italiana erano 119.936, nel 2011 sono diventate 143.207. Il lavoro che prima era considerato, dalle italiane, umiliante, è tornato a esser preso in considerazione, complice la crisi, che ha cambiato la vita di molte persone. E quello che prima era considerato un lavoro umile, oggi è invece diventato una possibilità. (Redazione Mgm)

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