Dal 1° gennaio 2026 sarà vietato l’accesso alla pensione con meno di 67 anni di età, a prescindere dal tipo di pensione di vecchiaia, dal sesso dei lavoratori e dalla tipologia d’impiego.
Il minimo di 67 anni sarà garantito tenendo conto del regime delle decorrenze e degli incrementi dei requisiti dovuti alla speranza di vita, che scatterà dal 2013 e si riproporrà ogni tre anni in una misura calcolata dall’Istat.
12 mesi prima del 1° gennaio 2026, per i dipendenti, e 18 mesi prima per gli autonomi, devono sussistere i requisiti di accesso alla pensione tali da garantire la decorrenza della pensione a 67 anni.
La nuova disposizione stabilisce che, per i lavoratori e le lavoratrici, i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia nel sistema retributivo, misto e contributivo, devono essere tali da garantire un’età minima di accesso al trattamento pensionistico non inferiore a 67 anni, tenuto conto del regime delle decorrenze, per i soggetti, in possesso dei predetti requisiti, che maturano il diritto alla prima decorrenza utile del pensionamento dell’anno 2026.
Pertanto, dal 1° giugno 2024 i lavoratori autonomi, uomini e donne, potranno andare in pensione di vecchiaia all’età di 65 anni e 6 mesi; dal 1° dicembre 2024 i dipendenti, uomini e donne, andranno in pensione a 66 anni. (G-Stella Ferres)