Le imprese guidate da donne risultano commercialmente più sicure nel pagamento dei fornitori e nel rispetto delle scadenze. Quanto più aumentano le donne ai piani alti, più diminuisce il rischio di insolvenza. Se la presenza delle donne scende al di sotto del 10%, aumenta il rischio di insolvenza.
Le imprese italiane presentano una rischiosità commerciale, ossia la possibilità di non pagare i fornitori nei prossimi 12 mesi, pari, in media, al 43%. Nelle imprese guidate da donne la bassa rischiosità scende al 40% se queste rappresentano meno del 10%, mentre sfiora il 50% dove le quote rosa si attestano tra il 26 e il 50% e addirittura sale al 53% se le donne sono la maggioranza.
Le aziende con maggioranza di donne sono soprattutto quelle del commercio al dettaglio, dei servizi commerciali e alla persona e dell’agricoltura, per lo più piccole e piccolissime. Il 68% è rappresentato da ditte individuali.
Non si spiega il perché le aziende con un board ad alto tasso femminile siano più affidabili: quel che è certo è che le realtà guidate da donne sono più attente a onorare gli impegni presi e hanno una gestione più oculata dell’attività rispetto alle aziende guidate da uomini. (Redazione Mgm)