Secondo alcune ricerche, Internet distrugge i posti di lavoro.

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Secondo l’analisi di un professore della Mit Sloan School of Economics, l’economia della Rete fa calare l’occupazione e impoverisce la classe media.

Solo negli Stati Uniti, per esempio, dal 2000 al 2009 la produttività interna è aumentata del 2,5%, ma l’occupazione è scesa dell’1,1%.

La realtà è che oggi, software sempre più potenti sono in grado di gestire attività complesse facilmente e a bassi costi, garantendo guadagni altissimi. Questo a scapito, però, dell’intermediario, perché viene facilitato il rapporto tra produttore e cliente. A essere più colpito, e a risentire maggiormente di questo nuovo sistema, è il settore terziario: basti pensare, negli ultimi anni, ai commessi di Blockbuster e a quelli delle agenzie di viaggi.

Se si vuole cambiare il sistema. l’uomo dovrà imparare a competere grazie alle macchine e non contro le macchine. Sta prendendo forma una nuova economia, che, se ben sfruttata, potrebbe incrementare l’occupazione invece di frenarla.

Per quanto riguarda il nostro Paese, dalle varie ricerche internazionali emerge che subiamo un ritardo storico in quest’ambito. La diffusione di Internet non è ancora al passo con il resto d’Europa e rappresenta solo il 2% del Pil, anche se negli ultimi anni il web ha contribuito a creare 700 mila nuovi posti di lavoro. (Redazione Mgm)