La Ragioneria dello Stato boccia il decreto sulle diverse gestioni previdenziali.

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    Secondo la Ragioneria generale dello Stato, il Ddl in questione, che punta alla valorizzazione delle anzianità contributive maturate in diverse gestioni previdenziali ai fini del conseguimento di un unico trattamento pensionistico, produce oneri fino a 2,5 miliardi di euro entro il 2022, ultimo anno di previsione.

    Inoltre il provvedimento avrebbe un costo anche per gli enti privatizzati, oltre che sulle gestioni Inps.

    Tornare alla vecchia disciplina sulle ricongiunzioni gratuite, prevista per i lavoratori che dalle gestioni alternative vogliano passare al Fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps, ha un costo anche su quegli enti che con l’ultima riforma delle pensioni dovranno garantire un equilibrio gestionale su un arco temporale di almeno 50 anni.

    Insomma, il ddl non potrà andare avanti. Per coloro i quali vorranno sommare versamenti in gestioni diverse, resta solo l’istituto della totalizzazione, che è gratuita e per la quale è stata abolita la soglia minima di tre anni di contribuzione, e la pensione è interamente calcolata con il metodo contributivo. (G-Stella Ferres)

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