Nel 71% dei casi, nel popolo dei precari, troviamo le donne. Per il 73%, possiedono un titolo di studio elevato. Quasi il 60% sono precarie, mentre quasi il 30% disoccupate e ancora il 7,8% inattive o impegnate nello studio.
E’ quanto emerge dall’inchiesta www.storierecarie.it, che ha previsto la compilazione di un questionario da parte di circa mille soggetti, su iniziativa di Cgil e Internazionale.
L’età media degli intervistati è di 36 anni; il 20,3% vive ancora con i genitori, il 18% vive da solo, mentre il 12% con altre persone.
Tra i precari, le tipologie contrattuali più diffuse sono il lavoro dipendente a termine, la collaborazione coordinata e continuativa o a progetto, i professionisti e gli assegnisti di ricerca.
Tra i sogni dei precari, troviamo, ovviamente, il desiderio di conquistare un lavoro stabile, in modo da potersi permettere l’acquisto di una casa.
Mentre, tra gli aspetti più insopportabili della precarietà, i più citati sono il dover ricominciare sempre da capo, non avere una continuità nella retribuzione e la ricattabilità presso il datore di lavoro. (G-Veronica Notaro)