Minaccia i suoi superiori e viene licenziato. La sentenza n. 12679/11 conferma la misura.

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    Il lavoratore in questione si rivolge in Cassazione, in seguito al rigetto della sua domanda di reintegrazione nel posto di lavoro, sia da parte del Tribunale che della Corte d’appello.

    Ma anche i Supremi giudici dichiarano legittimo il licenziamento per giusta causa.

    L’uomo, infatti, era stato licenziato per insubordinazione e per aver minacciato i propri superiori e, come sostengono gli Ermellini, tali fatti sono rilevanti anche in sede penale.

    Inoltre il Ccnl prevede il licenziamento per giusta causa anche in ipotesi di condotte dei lavoratori integranti il delitto. Nel caso di specie, la legittimità del licenziamento è “basata su una serie di dati oggettivamente risultanti e tra di loro conseguenzialmente collegati, quali il titolo della contestazione, la sua qualificazione penale come delitto e l’esistenza di una norma collettiva che legittima il recesso per giusta causa di fronte a fatti integranti delitto o insubordinazione”. (G-Stella Ferres)  

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